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UN CARISMA CAVALLERESCO

 

Storicamente, la Milizia di Gesù Cristo fu fondata agli inizi del XIII secolo come ordine cavalleresco militare.
Oggi, rinnovata dopo il Concilio Vaticano II° e divenuta un'Associazione di diritto Pontificio, la Chiesa le riconosce “lo spirito cavalleresco rinnovato”. Attribuisce, cioè,  alla cavalleria cristiana la dimensione di "attivismo spirituale” che la rende realmente al servizio della cristianità.

La cavalleria cristiana è innanzitutto spirituale: non si tratta, cioè, di un desueto ricordo di secoli lontani, ma di una testimonianza cristiana viva e militante per Cristo e la Chiesa attraverso modalità di impegno che la rendono vicina agli uomini di oggi.
La Milizia di Gesù Cristo si è vista riconoscere espressamente questo carattere nel 1981 dal Pontificio Consiglio per i Laici, il quale, mentre la erigeva e la elevava ad Associazione di Diritto Pontificio, ricordava l'impegno dei membi attivi :"in un rinnovato spirito di cavalleria in tempi moderni".
Oggi, come in passato, l'etica cavalleresca ha le proprie esigenze, con modalità concrete che variano in funzione dei tempi e dei luoghi.

Tra queste esigenze possiamo citare:

 

- la forza e il coraggio di proclamare la Verità al mondo, pur andando controcorrente, supportando incomprensione e sarcasmo, amando con lo stesso amore sia chi ci è favorevole sia chi ci contrasta. Il coraggio è un qualità dei "miles", Tale coraggio si nutre di esempi: quello di Cristo prima di tutto, di fronte a Satana edi fronte i suoi "giudici" e carnefici, ma anche quello di tutti coloro che hanno preso la loro croce seguendo i passi del Signore.

 

- la fedeltà a Cristo e alla Chiesa ma anche fedeltà all'impegno religioso liberamente scelto all'interno dell'Istituzione. La fedeltà implica la costanza nella lotta contro il peccato personale, e un'intensa vita spirituale che diventa intimità con Dio nella preghiera, cercando di far propria la massima evangelica: “Beati coloro i quali il Signore, alla sua venuta, troverà con gli abiti del servizio”

 

- l'invio nella missione personale nella messe del Signore, tenendo conto dei talenti di ciascuno e delle circostanze e opportunità. La missione apostolica, che appartiene a tutti i cristiani, è di annunciare la Buona Novella, di “rendere conto della nostra speranza”, e di donare agli altri “gratuitamente, così come gratuitamente avete ricevuto”
 

La Milizia di Gesù Cristo realizza l'obiettivo particolare in uno spirito di rinnovata cavalleria nei tempi moderni, per la crescita personale dei suoi membri nel loro ambiente di vita.
(Art. 3 delle Costituzioni)

SULLE ORME DI SAN DOMENICO DI GUZMAN

 

l nostro padre Domenico non ha voluto altro che i suoi figli pensassero a l'onore di Dio e alla salute delle anime, per estirpare gli errori e far risplendere la Verità

 

(S. Caterina da Siena)

L'Ordine dei Frati Predicatori, fondato da S. Domenico, fu, sin dalle origini specificatamente istituito per “la predicazione e la salute delle anime”. Questa doppia proposta, che non cessa di animare tutti coloro che sono attratti dall'ideale di vita evangelica apostolica, non dovrebbe smettere di animare i fratelli e le sorelle della Milizia di Gesù Cristo .

La vita domenicana è veramente apostolica, è nel cuore della Chiesa. E' apostolica perchè è orientata alla predicazione e all'insegnamento, frutto della contemplazione, ed in tal modo associata alla missione del Papa e dei Vescovi.

Potremmo ben dire che la vita domenicana è stata riassunta in tre affreschi che il Beato Angelico frà Giovanni da Fiesole ha realizzato nel convento di San Marco a Firenze:

- la contemplazione e lo studio, è presente del dipinto in cui ai piedi del Cristo oltraggiato Domenico è amorosamente intento allo studio della Passione;

- l'amore per Dio, presente nell'affresco in cui Domenico abbraccia i piedi della croce del Cristo, suo Signore;

- la predicazione e l'insegnamento, raffigurato nell'immagine dei santi Pietro e Paolo che inviano Domenico. 


Anche il grido del dolce Padre durante le sue veglie: “Mio Dio,  misericordia! Che cosa accadrà ai peccatori! " permette di comprendere lo slancio di Domenico, proteso per la salvezza delle anime. Questa è la preghiera domenicana. "Parlare a Dio o di Dio, a noi stessi o al nostro prossimo” : con una  semplice frase è delineata l'anima tutta evangelica di San Domenico.

La Milizia di Gesù Cristo, fondata nel carisma domenicano nel 1209,  permette di associare i laici alla grande spinta evangelica di San Domenico, pur restando incardinata nella chiesa secolare e locale, a servizio della Gerarchia. Il carisma profondamente mariano, lo studio filosofico e teologico di stampo tomista, la vita comunitaria e la preghiera, permettono di formare i membri della Milizia di Gesù Cristo per essere pronti e preparati alla difesa della Chiesa e proclamare con fedeltà e senza timore la Verità nella Carità.

Un cammino con delle tappe

Essere membro della Milizia di Gesù Cristo non vuol dire fregiarsi di appartenere ad una istituzione antica. Al contrario, il grande patrimonio storico e spirituale dell'Istituzione impongono un cammino di fede e di crescita personale.

Possono accedere alla Milizia di Gesù Cristo tutti i battezzati, sia uomini che donne, e il clero, in comunione con la Chiesa Cattolica.

Il postulante che desidera iniziare il proprio cammino nell'Associazione è accolto, al termine delle richieste formali, come affiliato in un periodo di conoscenza reciproca. In questa fase, della durata non inferiore a tre mesi, il postulante avrà modo di partecipare alle attività del gruppo in cui è incardinato. E' il periodo dello studio delle Costituzioni e dei Direttori, che permettono di comprendere appieno lo stile di vita della Milizia di Gesù Cristo.

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Terminato il periodo di accoglienza, si entra in un periodo di formazione della durata di due anni. Questa fase inizia con la cerimonia di consegna del mantello: il nuovo candidato, dopo aver professato la propria fede cattolica e adesione all'insegnamento del Magistero della Chiesa, è rivestito dell'abito liturgico della Milizia di Gesù Cristo. Accompagnato da un padrino o una madrina, partecipa alle attività della casa in cui è inserito sforzandosi di vivere allo stesso modo dei membri di devozione.

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Al termine del periodo di formazione, il postulante diventa membro effettivo della Milizia di Gesù Cristo. I "membri di devozione" sono iscritti al numero dei fratelli e delle sorelle MJC con la professione di Gregorio IX. L'ingresso nella Milizia di Gesù Cristo è sancito con la consegna della croce gigliata, che il nuovo membro di devozione dovrà portare sempre con sè.

Essere "membro di devozione" costituisce di per sè la pienezza del percorso nella Milizia di Gesù Cristo. 

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Coloro che si distinguono per meriti nei confronti dell'Istituzione, per devozione e fervore della fede, e che possono essere associati alle funzioni di governo interno della Milizia di Gesù Cristo come Priori, ricevono "l'investitura". Il rituale odierno, erede nella forma del rituale antico, ha la funzione di corroborare la perseveranza del nuovo cavaliere in un ideale di cavalleria cristiana adattata ai tempi moderni.

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Coloro che desiderano vivere in modo particolare in uno stato religioso, donando la propria persona a Dio, possono, dopo un periodo di discernimento e affiancati dal padre spirituale, pronunciare uno o più voti - prima provvisori e poi perpetui - secondo le disposizioni canoniche. I fratelli e le sorelle che pronunciano i voti sono definiti "membri di vocazione". Il Maestro Generale  e il Provinciale ne sono i superiori religiosi. La pronuncia dei voti, consacrando la persona, non ne modifica lo stato laicale.