Il Vangelo di oggi, prima domenica di Quaresima, è tratto dal testo di Marco, e ci propone il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto. La Quaresima che inizia si apre con un episodio che ci lascia quasi costernati. Infatti, al di là della concessione data a Satana di tentare il Cristo, appare evidente che il diavolo ben conosce le scritture. Si rivolge a Gesù usando proprio le parole della Bibbia. Apparentemente, le prime due tentazioni sembrano suggerimenti positivi: è come se Satana chiedesse la manifestazione divina di Cristo e per far ciò corrobora la sua richiesta usando le stesse Sacre Scritture. Ma Gesù ribatte proprio attraverso il corretto uso della scrittura. Non basta estrapolare un versetto e interpretarlo a piacimento per le proprie necessità, arrivando così a tentare Dio. Questo è uno dei pericoli maggiori: solo una corretta interpretazione delle Scritture, che proviene esclusivamente dal magistero millenario della Chiesa, attraverso le parole dei suoi pastori, può essere luce nel cammino. In alternativa, ci sarà l'uso strumentale, per proprio tornaconto, delle parole sacre. Bisogna stare in guardia da chi usando le parole del Vangelo cerca di giustificare un agire palesemente in contrasto con i diritti di Dio e degli uomini. Anche Satana piega le citazioni bibliche a suo uso e consumo. E' nostro dovere contrastare con la nostra vita qualunque abuso delle Sacre Scritture . E' nostro dovere far vedere col nostro agire tutta la limpida freschezza delle parole del Vangelo, che restano l'unica acqua a cui abbeverare la nostra anima. "Non di solo pane vivrà l'uomo", dice Gesù a Satana. E ciò sopratutto ci serve da monito quando le preoccuazioni per la nostra vita temporale, per quanto legittime e doverose, vengono usate per limitare la nostra vita spirituale. In questi giorni abbiamo assistito alla riduzione delle celebrazioni delle Messe, a motivo della propagazione del contagio del cosiddetto coronavirus. Ebbene, il Vangelo di oggi ci dice che proprio nella Messa, nella Parola di Dio, nell'incontro con Lui possiamo avere non solo il conforto, ma anche il rimedio alle nostre infermità. Non di solo pane vive l'uomo, e verrebbe da dire che non di sola prudenza può vivere la nostra società, sopratutto in una epoca in cui mentre si chiudono le chiese e si riduce il numero delle celebrazioni eucaristiche, restano attivi e fruibili i centri commerciali, le discoteche, e tutti gli altri luoghi di incontro sociale. Bene hanno fatto in questi giorni il Patriarca di Venezia e l'arcivescovo di Torino a porre la questione sulla sottovalutazione della dimensione religiosa. Pur con tutti gli accorgimenti utili a salvaguardare la salute, sopratutto dei più deboli, è fondamentale che la Chiesa non perda la sua funzione di mediatrice e di intercessione attraverso il sacrificio di Cristo, rinnovato incruentemente sugli altari. Spetta a ciascun battezzato, in forza della sua consacrazione a Cristo, essere a Lui conforme e combattere con la preghiera e, in periodo di Quaresima, anche col sacrificio, le lusinghe di Satana.