Carissimi,
anche quest'anno stiamo vivendo una Pasqua diversa, in cui ancora non è possibile sentire la vicinanza delle persone a cui vogliamo bene.
E tuttavia, ciò non turba minimamente la gioia che emana la risurrezione di Gesù.
Mentre guardiamo e affidiamo alla bontà divina tutti coloro che soffrono, nel corpo e nello spirito, per il perdurarre della calamità sanitaria e delle restrizioni, ringraziamo il Signore per averci concesso anche quest'anno di cantare l'Alleluia della Sua Pasqua.
Ecco, allora, che gli auguri diventano sempre occasione per riflettere sulla nostra vita, di cristiani innanzitutto, e poi di membri della Milizia di Gesù Cristo.
Così come l'annuncio pasquale diede forza agli Apostoli per annunciare l'Evangelo tra gli ebrei prima e tra i pagani poi, così noi oggi dobbiamo trovare sempre più il coraggio per proclamare dinnanzi a tutti che solo Cristo è il Signore, vivo e presente nella storia. Solo Lui è la nostra speranza, solo Lui è la nostra certezza. Nel sacrificio pasquale di Cristo, unico mediatore tra Dio e il genere umano, si rinnova la creazioen. Il Lui, solo in Lui, ogni cosa ha compimento.
Facciamoci, dunque, inondare dalla gioia della luce di Pasqua. Portiamo questa luce nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle nostre città. La croce che portiamo è una croce fiorita, è una croce che diventa albero di vita. Anche noi, quindi, dobbiamo essere portatori di vita in un mondo afflitto dalla sofferenza. Il nostro essere "soldati di Cristo" ci interroga sulla nostra testimonianza . Siamo pronti a correre, come Maria Maddalena, ad annunciare il Cristo Risorto? O siamo scettici come Tommaso? O siamo noi i primi a non comprendere la grandezza della novità che Gesù ha portato, con la sua vittoria sulla morte? In questi tempi scoraggiati, in cui la disperazione assale e in cui anche chi dovrebbe dare parole di speranza resta basito nei suoi silenzi, sta a noi, oggi, ricordare che Cristo ha vinto il mondo e ha dato valore alla sofferenza innalzandola ad altare di gloria immortale.